Solitudo

Una rievocazione di figure emblematiche del passato proposte come modelli di vita e di valori genuini polemicamente contrapposti ai segni del decadimento del presente narrato.
La struttura testuale si dispone su una teatralità di rappresentazione in cui il palcoscenico è il paese di Solitudo (più spazio dell’anima e della memoria nostalgica che spazio fisico) che mette in scena una confessione collettiva su aspettative, delusioni, colpe di protagonisti di primo e di secondo piano della comunità, quando questa si rivede, attraverso i dialoghi dell’autore e dei personaggi, nel presente-futuro dell’anno 2047 con il testimone narrante ormai ottantenne. 
Un percorso di riflessione intransigente, senza veli su tutto ciò che è stato, che poteva essere, che, forse sarà; con Solitudo orizzonte di una condizione umana smarrita.
Dialoghi intensi, piani retorici densi e tirati risultano funzionali allo schema e al risalto scenico.

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Mariano Caredda

Nato a Seui (OG) l’11 febbraio 1967. Dopo aver frequentato la scuola dell’obbligo nel paese natale, si trasferisce a Cagliari nel 1981 dove intraprende gli studi tecnici.
Ottenuto il diploma si iscrive presso la Facoltà di Giurisprudenza conseguendo la laurea nell’ateneo del capoluogo sardo, dove stabilisce definitivamente la sua residenza. Qui, seguendo un percorso tracciato dall’esperienza scolastica, intraprende dapprima la pratica
legale conseguendo poi l’abilitazione all’esercizio della professione di avvocato. Dal 1999 è dipendente del Ministero della Giustizia ove
attualmente riveste il ruolo di Funzionario Giudiziario.