La Custode dell'Acqua

Motivazione della Giuria

Organizzato su tre tempi narrativi, il romanzo sviluppa tre storie parallele creando un’architettura di affinità e riflessi esistenziali che suggeriscono tuttavia una linea di continuità al di là di ogni frattura temporale. La tessitura avviene sul terreno dei miti ancestrali, assunti e resi attivi dagli arcani di una religiosità popolare, evocati alla loro origine e tramandati nella tradizione dei riti propiziatori e nelle pratiche di divinazione e/o culti esoterici.
Evocazioni che sfiorano spiritismi e occultismi, ma, molto più significativamente, viaggiano attraverso la memoria delle origini pagane e dei culti naturalistici della nostra identità primordiale, narrata nei suoi riti di sacralizzazione.
Viene proposto un sistema di personaggi autonomo per ciascun tempo in cui, emblematicamente, assumono ruolo di testimonianza figure femminili che gestiscono e trasmettono la custodia delle ragioni e delle fonti generative dell’esistenza umana. La femminilità che dà forma a tutto ciò che è mistero ma è anche deposito di conoscenza dei cicli vitali. Storie e vicende compiute che, in realtà, vivono e consegnano al tempo infinito i misteri e la forza della rigenerazione della vita nella sua ciclicità, con la nascita e la morte e attraverso la custodia della linfa animatrice di tutto che è l’acqua. La sacra onda custodita nei meandri naturalistici e umani di un femminino che domina e illumina il tempo.
Il primo e il secondo tempo della storia hanno un confine che rende accattivante e netto il messaggio e la sua forza evocativa. Il terzo tempo è quello della attualizzazione con una connotazione rivolta a rendere espliciti, soprattutto nelle pagine conclusive, il senso delle cose e il cumulo delle esperienze vissute o di cui si è stati testimoni.
I riflessi e i rimandi fra le sezioni consegnano al lettore il senso pieno di un significato che è nelle cose e nelle pagine e ne sollecitano un’attenzione sulle corrispondenze delle vicende parallele, con il carico comune di sentimenti, emozioni e drammi.
Le pagine finali aggiungono ciò che già il lettore avverte, ma proprio perché reso esplicito ne sente, il lettore, una sorta di confine limitante. Si avverte, ancora, qualche insistenza a immettere nelle pagine tutto, proprio tutto l’armamentario delle credenze popolari con qualche forzatura e rischio di appesantimento.
Un filtro di essenzialità potrebbe risultare più funzionale alla costruzione letteraria.